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BACINO IDROGEOLOGICO DELL’ETNA

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BACINO IDROGEOLOGICO DELL’ETNA


*Inquadramento geografico e geomorfologico

Il Monte Etna, con un perimetro di circa 250 km ed un’altezza di 3350 m s.l.m., è il più alto vulcano attivo d’Europa ed occupa un’area del settore orientale della Sicilia, su una superficie di circa 1500 km 2 . Esso costituisce un’unità territoriale del tutto tipica e differenziata dagli ambienti circostanti per condizioni geografiche, morfologiche, climatiche e geologiche. L’Etna rappresenta, infatti, un rilievo isolato, delimitato a Nord dalla valle del Fiume Alcantara, ad Ovest dal Simeto, a Sud dalla Piana di Catania e ad Est dalla costa ionica. La sua imponenza non è dovuta soltanto alle dimensioni dell’apparato vulcanico ma anche alla morfologia del substrato sedimentario sul quale si appoggia e che sotto il vulcano raggiunge quote superiori a 1000 metri sul livello del mare. La morfologia è generalmente dolce, con un profilo concavo, ma al di sopra dei 1800 m aumenta di almeno 20° (G UEST , 1982). La parte sommitale è stata troncata in diverse occasioni da importanti collassi calderici ed il loro riempimento ad opera di colate più recenti ha dato luogo ad una piattaforma sulla quale è costruito il cono terminale. La regione etnea può essere divisa schematicamente in tre fasce principali situate a quote differenti in funzione delle caratteristiche morfologiche e climatiche: la “fascia pedemontana”, detta anche delle “sorgive”, si estende dal livello del mare fino a quota 600 m, caratterizzata da pendii abbastanza dolci e talora interrotti da superfici sub-pianeggianti. La seconda fascia altimetrica, “zona boschiva”, estesa da quota 600 m a quota 1900-2000 m, risulta caratterizzata da pendii più accentuati con frequenti bruschi dislivelli. Una terza fascia infine, la cosiddetta “regione desertica” comprendente le quote più elevate fino alla sommità del cono vulcanico, è caratterizzata da pendii molto ripidi che culminano in maniera concentrica nel cratere centrale ed in quello NE.

La piattaforma pedemontana si adegua alla morfologia del substrato sedimentario ed è troncata, alla quote più basse, da vari ordini di terrazzi fluviali (versante sud- occidentale) e marini (versante sud-orientale). L’omogeneità e la continuità di questa zona, soprattutto lungo il versante orientale, sono interrotte a tratti dalle “timpe”, scarpate subverticali, che superano i 200 m di rigetto e raggiungono qualche km di lunghezza. 1Questi elementi geomorfologici, generalmente orientati secondo una direzione NNW-SSE, indicano la presenza di sistemi di faglie riconducibili a stress di carattere regionale. Sullo stesso versante, nella zona compresa tra gli abitati di Riposto, Pozzillo e S. Venerina, affiora il “Chiancone”, una formazione detritico-alluvionale caratterizzata da una morfologia blandamente ondulata, che degrada dolcemente verso la costa con una pendenza media del 5%.

Oltre i 600 metri, nella zona boschiva, si hanno pendii sempre più ripidi, con frequenti e brusche variazioni di pendenza, sebbene non manchino aree poco acclivi con contorni regolari (Piano Provenzana). Un altro elemento morfologico significativo, anche per gli aspetti idrogeologici, è rappresentato dalla vasta depressione della Valle del Bove, sul versante orientale del vulcano, nella quale si è riversata l’eruzione del 1991-93. La sua origine è legata, almeno in parte, a successivi collassi calderici. In questa fascia, lungo tutto il perimetro del vulcano, sono presenti numerosi “coni avventizi” costituiti da accumuli di materiali piroclastici (scorie) attorno a bocche eruttive eccentriche. La distribuzione dei coni parassiti e delle fratture eruttive loro associate sembra legata all’orientamento delle principali strutture tettoniche regionali. La morfologia dei versanti etnei è inoltre legata alle caratteristiche litologiche dei prodotti effusivi ed alla loro età di formazione. Le colate laviche recenti, poco diffuse sui bassi versanti del cono vulcanico, sono ben riconoscibili per la loro superficie scoriacea, priva di vegetazione, che conferisce al paesaggio una morfologia aspra e irregolare. Nella zona pedemontana, costituita dai prodotti vulcanici più antichi, le forme sono più addolcite dall’azione di degradazione degli agenti esogeni e da una rigogliosa vegetazione. Nella zona ricoperta dalle lave non esiste un sistema idrografico superficiale ben delineato a causa dell’elevato coefficiente di infiltrazione delle rocce vulcaniche molto permeabili per fessurazione. Deflussi superficiali si verificano solo occasionalmente in relazione a piogge di forte intensità e di lunga durata, lungo incisioni poco evidenti e di scarsa importanza presenti sui bassi versanti del vulcano.