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Inquadramento geologico-strutturale

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Etna

  • 2 * Inquadramento geologico-strutturale

Il Monte Etna è situato nella zona di sutura collisionale tra la Zolla Eurasiatica e quella Africana. La dinamica di formazione e di sviluppo dell’apparato dell’Etna e la struttura crostale sottostante l’edificio vulcanico sono state descritte da R ITMANN (1973), W ADGE et al. (1975), C RISTOFOLINI et al. (1979), S HARP et al. (1980) e da G UEST & D UNCAN (1981). Lo spessore e la viscosità delle lave etnee (W ALKER , 1967), il loro carattere petrochimico (C ARAPEZZA , 1962; C RISTOFOLINI et al., 1991) e il trend di differenziazione (C ORSARO & C RISTOFOLINI , 1996-1997) indicano che l’attività magmatica ha origine dal mantello e si è sviluppata in Sicilia orientale in un contesto collisionale a partire dal Miocene sup. (B OSQUET et al., 1987). L’attività dell’Etna rappresenta l’espressione attuale e più settentrionale del vulcanesimo che si è manifestato in continuità spaziale e temporale nella Sicilia centro-orientale (avampaese Ibleo). In particolare, il vulcanismo etneo s’inquadra in un contesto geodinamico distensivo che ha interessato il margine settentrionale della Placca Africana dal tardo Miocene in poi, dando luogo dapprima alle estese effusioni laviche a prevalente carattere fissurale dei Monti Iblei e successivamente alla costruzione dell’imponente strato-vulcano etneo. Verso Est l’apparato vulcanico si appoggia al bordo della Scarpata Ibleo-Maltese, un fascio di strutture distensive che delimitano il bacino del Mare Ionio producendo un rigetto complessivo di oltre 2000 m